martedì 27 gennaio 2009

Pozzanghere



Consigli di micro-turismo ad uso dei più attenti.

In caso di piogge copiose e cielo non intenzionato a tornar sereno, precipitatevi in massa a visitare il sempiterno spettacolo delle pozzanghere di Roma.
Differenti per forma e dimensione, per profondità e consistenza, saranno di certo degne dell'ammirazione che riserverete loro.

Rintracciabili nei luoghi più nascosti della capitale, tali particolari pozze si fregiano del riflesso del monumentale paesaggio urbano. Alcune tra loro tuttavia sono posizionate in punti che eventuali strateghi dello spettacolo non avrebbero saputo individuare. Agendo quali formidabili ostacoli alla perfetta circolazione degli autoveicoli, le nostre amate pozzanghere provocano favolosi inconvenienti agli individui al volante, arrivando a procurar danni non indifferenti alla carrozzeria dei generosi ed ingenui veicoli che vi cozzano contro.

Una volta scoperto uno di questi capolavori dell'ingegneria urbana, è d'obbligo, per ogni osservatore meticoloso, accomodarsi nei pressi d'esso e godersi a lungo le peripezie dei malcapitati passanti.

Tuttavia il divertimento non si nega neanche ai pedoni. Gli amati buchi d'acqua piovana, inaspettate aperture d'una superficie assai antica, non tarderanno ad interagire con voi curiosi visitatori.
Non ho dubbi che i vostri stessi piedi saranno presto sorpresi proprio nell'atto incauto ma piacevole di tuffarvisi dentro con slancio irresistibile.

domenica 18 gennaio 2009

In edicola


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sabato 17 gennaio 2009

Sogni in piazza


Stringeva forte le mani intorno alle tasche dei jeans, poggiava con celata violenza il piede sul marmo, resisteva a fatica alla tentazione d'avvicinarsi alle due giovani sedute a pochi passi, colloquianti su come andasse cambiando, con il maturare degli anni, il loro approccio nei confronti degli uomini, incuranti di come andasse finendo, a forza di leccate automatiche ed appassionate, il loro gelato invernale, incoscienti del fatto di star facendo sognar e soffrire ad occhi aperti un piccolo pakistano con capello e sudore sulla fronte, emerso silenziosamente dalla frotta di amici conterranei, volenteroso d'andar oltre il suo misero offrir rose alle coppie felici, in cambio d'una moneta che valga da cibo per sopravvivere dignitosamente ancora un giorno all'inferno.

Passano sempre da qui, proprio da qui, i suoi sogni. E lui non può afferrarli. Son vicini eppure lontanissimi, visibili eppure intangibili, protetti da una barriera invisibile cui ancora è difficile dare un nome.

Ho intercettato il fremere ed il brillare infelice dei suoi occhi, mentre volgeva lo sguardo verso il vuoto, mentre, dando le spalle a chi gli aveva appena fatto accendere l'animo, sospirava sconfitto, mentre desisteva prudente dalla sua ansia d'approcciarsi alle fanciulle da sogno, mentre lasciava che scorressero quei pochi istanti che mancavano ancora prima che del suo voluttuoso e limpido pensiero si fossero dimenticati ed infine sbarazzati anche i suoi sensi, ormai anestetizzati ed addomesticati ad agir con simile meditata passività ad ogni esperienza di tali perfide e crude quotidiane fattezze.




lunedì 12 gennaio 2009

Fan di Nessuno


In un tempo in cui il niente accadeva, Nessuno chiamò.

Sam gli rispose con somma disponibilità.

Nessuno lo vide e Sam, pensando d'esser solo, se ne vergognò parzialmente.
Nessuno si accorse del fatto e Sam allora tentò di mascherarsi per celare l'imbarazzo.
Nessuno, tuttavia, lo riconobbe e Sam allora desistette dai suoi ingenui tentativi di fuga, si disse vinto da forze superiori ed al contempo grato per non essere stato abbandonato alla solitudine.

Ben conscio della rarità della sua situazione, Sam da quel momento divenne fan di Nessuno.

A ripensarci oggi, si può credere l'abbia fatto per il suo bene.

L'ha fatto per non arrivare al punto critico in cui, avvicinandosi troppo ai propri modelli, idoli, punti di riferimento ideali, si finisce per smascherarne l'ordinarietà ( o peggior miseria) che si cela sotto la loro magnifica facciata, e, per inevitabile conseguenza, si rischia di franare insieme ad essi verso il macabro baratro figlio di delusione e cocente fraintendimento.
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Sam si è così tanto avvicinato a Nessuno da restare libero di legarsi a chi preferisce, senza consegnarsi ad una pericolosa fedeltà che, immobilizzando ogni slancio, risulterebbe passibile, con il semplice passare del tempo, d'essere tradita e trafitta dal naturale revisionismo cui si va incontro con il presunto crescere, maturare, cambiare del pensiero che vive e muore in testa.

sabato 10 gennaio 2009

Operazioni


Addizionando azione ad azione Sam vorrebbe arrivare fino a moltiplicarsi nel corpo e nello spirito, ma, suo malgrado, viene diviso e deve dividersi (è conteso?) da spinte di diverso genere e valore che ne inficiano l'efficacia, sottraendo forza al suo spirito. Così, quella che era in potenza la speranza di un grande avvenire si ri-trova in forma d'anima scissa e frazionata tra mille esigenze, che agiscono inoltre con periodicità irregolare, fino ad azzerare il conto dell'operazione esistenziale in corso e etichettare come impossibili le pretese di riuscita che erano dietro a tutto il progetto.

Sam tuttavia non ha ancora abbastanza paura nei suoi passi da impelagarsi in calcoli programmatici. Preferisce soggiacere alla logica dell'illogicità, evitando forzature al suo immaginario, del genere di conquistare la quadratura del cerchio o proporsi soluzioni semplicistiche a problemi che necessiterebbero di impegno di ben altra portata.

Persistendo nell'irrazionalità e non facendosi circondare da parentesi che ne limiterebbero il campo d'azione, in fin dei conti Sam risulta incontenibile e pertanto inesistente, alla stregua d'un numero immaginario creato solo per convenzione da chi aveva interesse ad utilizzarne le insolite proprietà e che ora si imbatte in un risultato il cui unico resto è il mero ricordo d'averne fatto uso.

giovedì 8 gennaio 2009

Accesso appena effettuato


Sam ha appena effettuato l'accesso ad un nuovo anno, ma forse non ancora ad una nuova dimensione.
L'ha fatto da una terra immobile ma gioiosa, spontanea ma non ingenua, vinta ma non sfiduciata.
L'ha fatto in casa straniera, mascherando, ma non troppo, il suo moderato imbarazzo da inadatto e irrispettoso ai cerimoniali, sorreggendosi con un buon vino bianco e, in fin di serata, sorseggiando il bicchiere di spumante che il momento esigeva con fare deciso e gesticolare convinto.
L'ha fatto privo del suo vassoio pieno di parole, concludendo così senza sapere bene cosa augurarsi e cosa augurare ai semi-sconosciuti con i quali ha cenato parlato bevuto sorriso.
L'ha fatto alla mezzanotte dichiarata da RaiUno, augurandosi che qualcuno si prenda presto briga di mozzar la testa a Carlo Conti, emblema iper-presenzialista dell'emittente nazionale di edulcorata spazzatura generalista.
L'ha fatto arrischiandosi a veder festeggiamenti di vicini chiassosi e pericolosi, armati di bombe e fucile per sparar al male che l'anno passato ha lasciato.
Ha abbandonato la comitiva per proseguire altrove, inoltrandosi nell'ebbra attesa d' una nuova alba, augurandosi che non si sarebbe trattato ancora d'un altro tramonto camuffato.