mercoledì 30 dicembre 2009

Infestati


Siamo noi il presepe vivente! Nel frullato delle feste, in un ripetuto day after, nel protrarsi delle notti e nell'assottigliarsi della luce, nella convalescenza instabile da ritorno a casa, nel gioco del ripetersi differente dei propri passi. Tra alluvioni alcoliche che confondono i piani, metton la testa fuori dal solito posto, rinegoziano le gerarchie tra lancette d'orologio e battito interiore.

Cercatori distratti e ostinati del senso incompiuto, riuniti in un punto di ritrovo per perdersi meglio arrivando fino alla fine della prossima alba.

Tra galleggianti e schermi protettivi, tra proposte e date di scadenza, tra mattonelle occupate da vite passate e sedie barcollanti. Tra storie di gatti e di coppie. Tra un “a che punto c'eravamo lasciati” e il “com'è bello adesso esserci ritrovati”.

In uno spazio-tempo di s-frenato raccoglimento, aspettando l'esondazione della volontà fuori dagli argini della cordialità, scontrandoci con lo stappar sugheri bucati a morte, con il concerto di voci volti e storie intorno ad un cerchio, con il passeggiar disinibito d'uno sguardo verso l'altro, con un “ quale musica stanno ascoltando le tue orecchie”, con uno shalom con h a sorpresa o con un “cosa dire, chi meglio di Tarantino può travolger la storia e lo spettatore!”.

Apriamo le finestre, c'è bisogno di aria affinché i sentimenti possano rischiare di contagiarsi con la dovuta facilità!

E allora, quando ci vediamo per tutto il tempo che ci resta o per tutta la vita che abbiamo davanti?



giovedì 24 dicembre 2009

CCTV - L'idolo del nostro tempo


La sicurezza è un pretesto. Per erigere steccati, alzare barriere, per generare paura: paura di perder i propri posti, i propri privilegi, la propria sicurezza!

La sicurezza è un pretesto per edificare nuovi muri, per negare chi coltiva diversità, per impedire che voci fuori dal coro si possano ancora far sentire.

La sicurezza è un pretesto per depistare l'attenzione, per fomentare l'insicurezza, per turbare i rapporti interpersonali.

La sicurezza è un pretesto per nutrire l'arroganza, per crear nuovi cortili di potere, come quella Piazza Colonna vietata al transito dei cittadini, circondata da transenne e gendarmi armati e sempre allerta ogni (rara) volta che alla Camera di Montecitorio si gioca la recita dei nostri (?) rappresentanti.

venerdì 18 dicembre 2009

Perseguitare l'obiettivo


La realtà non esiste, eppure insiste ad ostacolar gli obiettivi che ognuno – a seconda del grado d'ossessione prediletto – sceglie di perseguire o di perseguitare.
Al di là di convenzioni e non di meno di convinzioni, le nostre condizioni sono quelle di chi, nel tempo in cui oramai si è investiti (travolti) dal ruolo di manager di noi stessi – tecniche di marketing alla mano o sotto piedi – è sul punto di lanciarsi sul mercato come prodotto di pregiata marca disumanizzata. Tra le difficoltà dell'esporsi e le difese del ritrarsi si finisce col cortocircuitare in un formidabile: " Sono unico e autentico, dico quello che non penso".
Con la risorsa del “Ah Ah” pronta a salvarci al momento della presa di incoscienza, è chiaro ad un certo punto che ci si lancia solo per il piacere di potersi poi lasciare, smarcandosi e infine defenestrandosi dal davanzale più invitante.

martedì 15 dicembre 2009

Parcheggiarsi



...Dacci il nostro parcheggio quotidiano...


mercoledì 9 dicembre 2009

Ingannare l'attesa


Ingannare l'attesa per non esser da lei ingannati.

Rendersi inattendibili nei confronti delle sue pretese.

Fare di tutto per non accorgersi della sua presenza.

Giocare a distrarsi dalla sua presa.

Solidarizzare con chi soffre della stessa sciagura sociale, con chi patisce lo stesso intoppo da programma non rispettato, con lo stesso sgarbo da planning giornaliero malandato per cause e(s)terne.

Coalizzarsi per far sì che un'attesa così non torni mai più.

Concepire e attuare una rappresaglia tale da scalfirne l'impassibilità e addolcirne l'insostenibilità.


Quando l'attesa coincide con l'amata però le cose cambiano.

Quasi all'apice del ribaltamento di funzioni, ora si va in cerca proprio di colei che prima si tentava di fuggire con tutti i mezzi e a tutti i costi.

E la si attende con ansia, con fibrillazione, con entusiasmo.

E questa volta la si vuol tenere tutta per sé,

farne il centro della propria vita,

far sì che un'attesa così non scappi mai più.